Storia della street art e graffitismo: terza e ultima puntata

Storia della street art e graffitismo: terza e ultima puntata

Nel vasto panorama dell’arte urbana, una tendenza affascinante emerge sempre più chiaramente: l’uso dei volti come espressione artistica sui muri delle città. Siamo alla terza puntata del nostro viaggio nel mondo della street art e questa volta vogliamo concentrarci proprio su questa moda dei volti nel mondo dei graffiti che solleva questioni sul significato dell’arte nelle nostre comunità urbane. In questo articolo, esploreremo questa tendenza attraverso gli occhi di artisti come Dain,  Orticanoodles, Jorit e JR, esaminando il loro impatto sulla cultura urbana e la loro capacità di trasformare gli spazi urbani in luoghi di ispirazione e riflessione.

La moda dei volti nel mondo dei graffiti

Le tag, rispetto alle classiche firme, rappresentano spesso un problema maggiore per quanto riguarda l’identificazione dei responsabili. Secondo gli esperti, l’impunità ha fatto sentire al sicuro i vecchi protagonisti, tanto che stanno riapparendo tag di writer già noti agli inquirenti.

street art e graffiti: moda dei visi

Come dicevamo, una nuova tendenza nel graffitismo urbano si manifesta attraverso la rappresentazione di volti umani e creature variegate: espressioni gioiose, arrabbiate, lacrimevoli o scherzose prendono vita sui muri, le saracinesche e persino su mezzi pubblici e privati. Questi graffiti si distinguono per sperimentazioni stilistiche che vanno dall’iper-cromatismo alla distorsione delle forme. Questa proliferazione di volti non è del tutto nuova, ma la loro crescente presenza indica una tendenza riapparsa di recente.

street art e graffiti: moda dei visi

Sebbene sia facile osservare queste opere, interpretarle è più complesso qualora si possa dire che una semplice moda possa essere interpretata del tutto. Le dimensioni variano e la loro comparsa su ogni tipo di superficie è una costante urbana. Tuttavia, i colori vivaci e le espressioni facciali, isolate o inserite in disegni più ampi, aggiungono complessità all’identificazione dei responsabili. Le firme tradizionali possono essere direttamente riconducibili a un individuo, mentre le rappresentazioni più anonime rendono più difficile stabilire un collegamento.

street art e graffiti: moda dei visi

Questa tendenza coincide con una serie di cambiamenti nel panorama di città come Milano, come sottolineano gli appassionati e gli esperti di street art; l’impunità ha permesso alle vecchie leve di riemergere, creando alleanze più strette tra gruppi di writer e facilitando l’emergere di nuovi talenti.

Non è raro che la realizzazione di grandi murales richieda più tempo e abilità, indicando una maggiore sicurezza da parte degli autori. Le saracinesche, in particolare, sono un bersaglio preferito perché offrono minori rischi legali data la loro natura mobile. Tuttavia, questo implica anche una maggiore sfida nella pulizia di tali interventi che regolarmente si organizza per riportare lo status quo nei quartieri interessati.

street art e graffiti: moda dei visi

Dain: pop art, fashion e graffiti tutti in un unico artista

Un esempio di street artist che ha fatto dei volti la propria arte è Dain, l’artista che trasforma i volti delle celebrità in opere urbane, ha recentemente condiviso la sua passione per l’arte di strada e la sua ispirazione per il patrimonio storico di Roma. Originario di Brooklyn ma di origini calabresi, il misterioso artista, che preferisce mantenere anonima la sua identità, ha conquistato la fama con i suoi ritratti urbani che reinterpretano volti iconici di Hollywood, da Audrey Hepburn e Grace Kelly ad Angelina Jolie e Kate Moss.

Dain street artist

Il suo stile distintivo si manifesta attraverso l’uso della tecnica del collage, impreziosita dalla sua firma caratteristica: un cerchio dai colori vivaci che circonda uno degli occhi delle star, un monocolo di graffiti che rappresenta il suo marchio personale. Le sue opere possono essere ammirate su cassette postali, portoni e muri delle strade più rinomate di New York e oltre, esponendo in città come New York, Chicago, Miami, Portland, Montreal, Parigi e Londra.

I ritratti di Dain si distinguono per la loro decostruzione artistica, che trasmette un senso di fragilità nella forma pur mantenendo un impatto incisivo. Il processo creativo inizia con fotografie in bianco e nero, che vengono poi trasformate attraverso l’utilizzo di vecchie pubblicità, giornali e altri elementi vintage. La passione di Dain per il cinema classico e le iconiche attrici degli anni ’40 e ’50 si riflette nelle sue opere, dove la bellezza e l’eleganza senza tempo diventano protagonisti.

Dain street artist

Con un’infanzia trascorsa tra i graffiti di New York e una passione adolescenziale per la fotografia in bianco e nero, Dain ha trovato nell’arte di strada un modo per esprimere la sua visione unica del mondo e della bellezza. La sua arte, che mescola nostalgia per il passato e creatività contemporanea, continua a ispirare e affascinare gli spettatori in tutto il mondo.

Orticanoodles: la vitalità dell’arte nel milanese

Un altro esempio di street artists made in Italy che hanno fatto dei volti la propria arte sono proprio gli Orticanoodles e del quartiere Ortica di Milano in cui il collettivo è un indubbio protagonista; passeggiando per il quartiere si incrociano enormi muri che raccontano la storia del ventesimo secolo italiano e del progetto “Orme: Ortica Memoria” che sta trasformando l’intero quartiere in un museo all’aperto, visitabili attraverso i diversi tour organizzati per mostrare una Milano diversa e sorprendente.

street artist Orticanoodles

I ragazzi di Orticanoodles sono tra i pionieri della stencil art in Italia. Le loro opere, che si distinguono per la loro firma inconfondibile e riconoscibile, sono distribuite non solo nel quartiere di Ortica a Milano, ma anche in varie altre zone della città (in Isola ad esempio) e in progetti di riqualificazione urbana promossi dal Comune e da enti privati. I loro murales rappresentano grandi volti di personaggi storici e celebrità, o elementi della natura come fiori e radici, e portano sempre con sé un messaggio che interpella i passanti e li invita a riflettere sulla bellezza dell’arte urbana.

La fama degli Orticanoodles ha varcato i confini nazionali, tanto che persino Banksy li ha voluti nel suo Cans Festival nel 2008 a Londra. Hanno anche partecipato a importanti mostre internazionali come la Stencil History X a Parigi e il Tour-Paris 13 a Rio de Janeiro. In Italia, hanno decorato numerosi muri in varie città, inclusa Roma dove hanno recentemente realizzato un’opera dedicata a Michelangelo.

street artist Orticanoodles

Il loro nome, Orticanoodles, deriva da una citazione tratta dal libro “T.A.Z.” di Hakim Bey: “come ortiche cresciute sul cemento“, che riflette il loro spirito ribelle e la loro affinità con il quartiere di Ortica, dove il gruppo vive e lavora.

Un’altra caratteristica che contraddistingue gli Orticanoodles è il loro impegno per un’arte partecipativa e condivisa: coinvolgono spesso la comunità locale, studenti e giovani nei loro progetti; un esempio è l’opera dedicata a Dario Fo sulla facciata della Scuola Civica del Teatro Paolo Grassi, realizzata con il coinvolgimento di ragazzi e volontari, diventando così un’espressione autentica del tessuto urbano e collettivo.

Gli Orticanoodles non sono solo artisti di strada, ma veri e propri ambasciatori di un’arte che unisce estetica e impegno sociale, trasformando le città in luoghi più belli e vivibili per tutti.

 

Jorit: lo street artist napoletano e la ricerca sul volto umano

Un altro esempio di street artists che hanno fatto dei volti la propria arte È Jorit, nato nel 1990 a Napoli, nel comune di Quarto Flegreo, Jorit si distingue per il suo profondo realismo e la sua tecnica nel mondo della pittura, accompagnati da forti messaggi di natura sociale. La sua notorietà ha avuto inizio nel 2005, quando dipinse murales nella periferia nord e nel centro storico di Napoli. Da allora, ha ricevuto riconoscimenti museali significativi, tra cui mostre al MACRO di Roma e al PAN di Napoli e ha esposto le sue opere in gallerie internazionali a Londra, Berlino, Sydney e Roma.

Dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti di Napoli, Jorit ha iniziato a farsi conoscere a livello nazionale a partire dal 2011, quando le sue opere sono state esposte nel prestigioso Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il MANN. Nel 2013 ha esposto al MAGMA di Roccamonfina, seguito nel 2014 da una mostra al PAN di Napoli e, nello stesso anno, da una mostra presso il museo MACRO di Roma. Ha partecipato a numerosi progetti di street art, sia in Italia che all’estero, ma è a Napoli che è particolarmente conosciuto per i suoi maxi-ritratti di personaggi celebri, come Diego Armando Maradona e Marek Hamsik, dipinti su facciate di edifici comunali o popolari con l’intento di riqualificare esteticamente le aree periferiche e non solo.

Street art Nelson Mandela, Martin Luther King

Nei murales realizzati da Jorit sono “nascoste” delle scritte, parole e frasi che ampliano il significato delle opere: spesso di protesta, sono per lo più sui volti dei protagonisti.

I suoi mega ritratti presentano sempre, salvo un paio di eccezioni, dei tipici segni tribali sulle guance, che rimandano all’antica pratica di scarificazione nelle tribù africane, simboleggiando l’uguaglianza e l’appartenenza alla razza umana, la cosiddetta Human Tribe.

Jorit ha sempre lavorato per strada, iniziando con il graffiti writing, i tag e il bombing. Anche se oggi dipinge per collezionisti, su tela o tavole in studio, si sente di appartenere a quel mondo. Secondo il suo pensare, “Street Art” è un’espressione vaga che fa riferimento a diverse tecniche, ma Jorit si sente più legato alla pittura, ispirandosi al muralismo messicano degli inizi del Novecento; dipingere per strada, secondo lui, significa passare del tempo con le persone, capire il territorio e ottenere il consenso della comunità, a differenza di un intervento rapido come attaccare un poster.

Street art De André, Lucio Dalla

Dopo aver raggiunto obiettivi importanti, sta cercando di superarsi nella ricerca stilistica e nello studio dei volti. Credendo di essere entrato in una fase di maturità artistica, Jorit sta sperimentando opere in bianco e nero, più grafiche e iperrealiste, oltre a sovrapporre volti e creare opere completamente nuove.

Il suo rapporto con la critica? Super positivo, perché a suo dire, “l’arte deve creare dibattito”.

 

JR, l’artista francese tra street art e fotografia

Un altro esempio di street artist che ha fatto dei volti la propria arte è JR, nato e cresciuto a Parigi, più precisamente a Montfermeil.

JR trascorreva molto tempo nei mercati poiché i suoi genitori avevano uno stand al mercato delle pulci di Porte de Clignancourt. Dopo aver frequentato il liceo Stanislas, ha iniziato la sua carriera nei graffiti. Il suo pseudonimo, JR, rappresenta le iniziali del suo nome, Jean René, e allude al personaggio principale della serie americana “Dallas”, J. R. Ewing.

Ciò che lo ha reso famoso agli inizi è stata la tecnica del collage fotografico: durante i suoi viaggi, dalle favelas di Rio de Janeiro a Israele, ha scattato innumerevoli foto agli abitanti del posto.

JR ama definirsi “photograffeur”, un misto tra fotografo e artista dei graffiti. Seguitissimo su Instagram, questo talentuoso artista francese ha conquistato il cuore di molti, tanto da essere considerato uno dei più grandi street artist di sempre.

Art JR

L’ambizione di JR è chiara: vuole che l’arte diventi uno strumento per cambiare il mondo e sta cercando di trasformare questo desiderio in realtà. I suoi monumentali ritratti di persone comuni, stampati in grandi formati e incollati in giro per le città del mondo, lo hanno reso celebre: scatti spiazzanti e provocatori di uomini e donne anonimi, ideati per scuotere le coscienze. Una delle sue opere più note è “Portrait d’une Génération” (Ritratto di una Generazione).

JR ha sempre sostenuto che i muri rappresentano la più grande galleria che un artista possa avere. Il suo progetto di murales, inizialmente concentrato nei quartieri popolari di Les Bosquets a Montfermeil, è stato considerato un’iniziativa illegale. Successivamente è diventato legale quando il municipio di Parigi ha dato a JR il permesso di esporre le sue foto. I ritratti dei giovani che vivono nelle zone periferiche parigine sono finiti sui palazzi comunali. Da lì è partito il suo progetto che lo ha portato a lavorare sui muri esterni delle favelas di Rio de Janeiro con i visi e gli occhi delle donne brasiliane. Questo viaggio, iniziato nel 2008, ha continuato fino al 2010, ed è stato poi seguito da interventi di JR anche sui muri di paesi come Sierra Leone, Liberia, Kenya, India e Cambogia.

Art JR

Il vero successo è arrivato nel 2011, quando JR ha ricevuto i 100mila dollari del premio TED, con cui ha lanciato il progetto “Inside Out”. Ha invitato gli abitanti di ogni angolo del pianeta a fotografare se stessi, le città e i paesi in cui vivono, e a caricare un’immagine sul sito. Una volta stampata in grande formato e in bianco e nero, la foto viene rispedita al mittente, pronta per essere incollata: sono quasi 200mila le foto che campeggiano sui muri in 140 nazioni.  Con Inside Out, JR ha cercato di portare avanti la sua missione, rendendo l’arte uno strumento importante per portare la bellezza nel mondo.

Art JR

Un altro progetto degno di nota è “Visages, Villages“, accolto trionfalmente al Festival di Cannes. JR e Agnès Varda, regista della Nouvelle Vague, sono partiti insieme per un lungo e poetico viaggio nei luoghi remoti della Francia rurale. In ciascun posto visitato, JR ha creato giganteschi ritratti in bianco e nero degli abitanti, che sono stati poi esposti su case, facciate di negozi o altri superfici; questo magico racconto per immagini ha permesso a JR di tirare fuori le voci e i pensieri delle persone incontrate lungo il viaggio.

E in Italia? JR ha realizzato numerose opere a Roma e in varie città italiane, riscuotendo sempre una grande attenzione mediatica.

 

4 progetti artistici, tanta street art e per il momento si conclude così il nostro viaggio nel mondo dell’arte urbana e dei graffiti. La moda dei volti nel mondo dei graffiti rappresenta un’evoluzione affascinante e complessa dell’arte urbana. Tanti altri artisti come quelli citati hanno contribuito in modo significativo a questa evoluzione, trasformando i volti delle celebrità e i personaggi storici in opere urbane che parlano al cuore della città e della sua gente. La loro creatività e impegno per un’arte partecipativa e sostenibile dimostrano il potere trasformativo dell’arte urbana e il suo ruolo nell’arricchire le comunità e rendere le città luoghi più vivibili per tutti. Se interessati all’argomento approfondite la seconda puntata della storia dei graffiti e della street art; vi invitiamo a seguire il link per l’approfondimento.

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